Cos’è l’usufrutto?
Ai sensi dell’art. 981 c.c. il diritto di usufrutto consente all’usufruttuario di godere e disporre della cosa altrui, traendo da essa tutte le utilità che può dare, col solo obbligo di non mutare la destinazione economica. Questo può avere ad oggetto beni mobili o immobili, crediti, titoli di credito, aziende, universalità, beni immateriali ma anche in realtà cose consumabili.
L’usufrutto può essere legale, come ad esempio opera automaticamente a favore dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale di usufruire e utilizzare i beni del minore, fino a quando egli non compie la maggiore età, oppure volontario tramite contratto o testamento.
Gli obblighi specifici dell’usufruttuario sono l’obbligo ad usare la cosa con la diligenza del buon padre di famiglia, come pure la custodia e l’amministrazione della stessa, oltre che sostenere le spese di ordinaria amministrazione.
L’usufrutto è il diritto reale minore che offre diritti e libertà maggiori in quanto può essere costituito anche vita natural durante, ma non può essere trasmesso per testamento.
In cosa consistono il diritto di uso e abitazione?
Il diritto di abitazione art. 1022 c.c può essere concesso solo per i beni immobili destinati all’uso abitativo (come una casa) con l’ulteriore limitazione di godimento in base a questa loro destinazione d’uso esclusiva. Oltre a ciò il diritto d’abitazione può essere utilizzato solo per per soddisfare esigenze personali e familiari, il bene dato in abitazione non può né essere ceduto ad altri, né concesso in locazione ovvero non si potrà utilizzare per una finalità diversa, come ad esempio renderlo un ufficio.
Il concetto di diritto d’uso benché somigliante all’abitazione se ne distingue per la sua ampiezza d’applicazione, anche per quanto riguarda la destinazione. L’uso, infatti, può riguardare sia beni mobili che immobili.
Il beneficiario è autorizzato a godere di tutti i vantaggi e frutti derivanti dal bene in questione, purché ciò avvenga entro i limiti dei propri bisogni personali e quelli della propria famiglia. Ad esempio, concedendo il diritto d’uso di un suo terreno agricolo, si avrà la facoltà di raccoglierne i frutti ma sempre rispettando il vincolo della soddisfazione delle esigenze personali e familiari, anche qua, in sostanza, non si potrà commercializzare i prodotti come se fosse un’impresa agricola.
Il diritto d’uso non può essere a sua volta trasferito o affittato e giunge a termine, al massimo, con la morte del titolare, seguendo così la stessa disciplina in materia di usufrutto e abitazione.
Fonte: Notai.it